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FAMIGLIE CONNESSE

Aggiornamento: 13 lug 2022


VIVERE SENZA PELLE: farsi male per sopportale il male – OLTRE LO STIGMA: come li vediamo, come si vedono – DARE CURA a chi si prende cura


Ho incontrato e conosciuto l’associazione Family Connections di Ferrara al secondo incontro del ciclo di tre dal titolo “La Città in Ascolto”, il 10 maggio alla Casa di Biagio Rossetti in via XX Settembre 152, presso la sede di “Raccontinfanzia”.

L’iniziativa è stata ideata da Dalia Bighinati di Telestense e coordinata da Donatella Mauro, dei Servizi Scolastici del comune di Ferrara. L'associazione Family Connections si occupa di supporto a famiglie con figli affetti da DBP, Disturbo Borderline di Personalità.

VIVERE SENZA PELLE

Sono state descritte le caratteristiche del disturbo, che rende i ragazzi e le ragazze che ne sono affetti, “senza pelle”, cioè immediatamente reattivi e in modo estremo alle emozioni. La sofferenza si manifesta con sintomi che forse osserviamo con scandalo e condanna: tagliarsi, bruciarsi, anoressia, abbuffarsi, esplosioni di rabbia incontrollata, abuso di droga o alcool, altri comportamenti autolesivi, (minaccia di) suicidio. Difficili, distruttivi, intrattabili, manipolativi, inaffidabili, bisognosi di continue attenzioni: sono gli aggettivi con cui la letteratura definisce la loro diagnosi. Questi aggettivi sono antitetici ai sentimenti che tali pazienti, invece, vivono nella loro sofferenza: sopraffatti, indegni, molto arrabbiati, soli, incompresi, abbandonati, traditi, malvagi, fuori controllo, come un bambino piccolo, sul punto di farsi del male o uccidersi.

IL RUOLO DEI GENITORI: LA NECESSITÀ DI OSSIGENO

Questi sono ragazzi e ragazze che, pur intelligenti e con risorse personali elevate, non riescono a terminare il percorso degli studi superiori e si ritrovano infine in collocazioni lavorative e sociali non corrispondenti alle loro potenzialità. Questo disturbo porta devastazione nella vita dei genitori, che si trovano con un figlio o una figlia di cui inizialmente non comprendono la sofferenza. Le condotte dirompenti e asociali, dovute al disturbo, non consentono di coltivare i rapporti di amicizia familiari e, a volte, nemmeno di continuare la vita lavorativa. Questo può portare a condizioni di stress tale che si pone a rischio la possibilità di provvedere all’aiuto fondamentale di cui questi figli hanno assoluto bisogno. E non si tratta di essere “rigorosi”, “determinati”, “severi”, “irremovibili”. Per questi ragazzi e ragazze è fondamentale la comprensione della non volontarietà dei comportamenti, del dolore insopportabile che sentono e che può essere alleggerito solo con accoglienza, vicinanza e supporto. Lo scopo dell’associazione è proprio quello di “prendersi cura” dei genitori, cioè di chi si deve prendere cura, i cosiddetti caregiver, perché, bisogna ricordare, anche nelle procedure di emergenza sugli aerei, il genitore deve indossare la maschera per l’ossigeno prima di metterla al bambino, per poterlo salvare.

SI PUÒ GUARIRE

La buona notizia è che da questa sindrome si può guarire. Valeria Milani e Daniela Libanori hanno illustrato il lavoro di formazione che svolgono come familiari per altri familiari e il tema dello stigma

OLTRE LO STIGMA

È importante considerare che le condotte che ci appaiono assurde, da “pazzi”, senza senso, sono in realtà assolutamente logiche e inevitabili poiché servono a lenire e sopportare la sofferenza. I giudizi moralistici, ad esempio, per l’ abuso di sostanze, l’assenteismo dalle lezioni e dallo studio, i comportamenti non sani ecc, sono del tutto fuori luogo. Non è colpa di scarsa educazione, di svogliatezza, né della mancanza di controllo o di fermezza da parte dei genitori, né delle cattive amicizie. Comprendere il disagio mentale come sofferenza e le apparenti bizzarrie come inevitabili, risparmierà lo stigma e l’emarginazione a queste persone e alle loro famiglie.

Queste madri hanno acquisito una competenza preziosa che mettono al servizio di altri genitori che come loro vivono il disagio nella quotidianità. E' una competenza che serve a tutti coloro che operano con i e le giovani, quando si interessano al loro benessere. Conoscere per prevenire.


https://borderline-italia.it/take-action/: uno dei siti dell’associazione. A Ferrara l'associazione si ritrova presso CSV Terre Estensi.

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